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mercoledì 29 giugno 2016

Casa dolce casa

Una delle cose che bisogna fare quando ci si trasferisce in un posto nuovo e' cercare casa. Il che potrebbe non essere facilissimo quando l'unica cosa che si sa dire nella lingua locale e' "Due patate dolci, grazie"

Il tutto e' orrendamente complicato da una stranezza dei Tedeschi, per la precisione la numero #3:

Le case non hanno i mobili.

E voi direte eccerto, che ti aspetti? Che te le arredino pure? Vai all'Ikea e mettiti a montare no, che la gender equality ti ha dato questo privilegio di poter tenere in mano un cacciavite anche se sei donna.

Vero. Ma quando dico che le case sono vuote, intendo VUOTE, ovvero senza neanche la cucina, i lavandini etc etc.

E qui insorge il dubbio a me e alla collega Italiana che si occupa di trovarmi una casa (perche' si, io mi lamento ma sono paracula e poi le case le trovo): ma i Tedeschi quando si trasferiscono si portano dietro tutta la cucina compreso il lavello? 
Si, pare.

E se la cucina nella casa in cui si trasferiscono non ci sta?
Opzione non pervenuta

Quindi io che sto qui per due anni di postdoc e poi chissa' dove finisco (sia mai, ho visto una job vacancy all'Universita' del Botwsana) mi devo comprare tutta una cucina e montarmela spendendo piu' soldi e fatica che a fare un altro dottorato e poi probabilmente regalarla ad Angela Merkel?
Si


Ok lo ammetto, mi mancano i procioni

Tutto questo fa il paio con la stranezza #4:

Non si possono stendere i panni in casa.

E dove li stendo? Si chiede Giupy-la-massaia.
Ci sono nei condomini delle salette apposta per stendere le mutande.

E perche'?
Perche' fanno umidita' (E non insistiamo su questo punto, prima che vietino pure la doccia)

E se io mi vergogno a far vedere la mia collezione Victoria's Secrets alla famiglia di Turchi che vive sopra di me?
Cavoli tuoi, ci pensavi prima a comprarti le mutande di Topolino

Ma soprattutto (e qui viene fuori l'Italiana disonesta che e' in me) se io compro uno stendino e mi stendo le mutande in camera chi controlla? C'e' una Secret Police che si occupa dei panni umidi? 
"Ci faccia entrare, siamo della divisione Biancheria Intima, abbiamo ricevuto una segnalazione che lei ha violato l'articolo 6 del Codice Contro gli Stendini in Casa (CCSC)"
Oppure "Questa volta che sono solo magliette ci limitiamo a multa e richiamo, ma quando saranno lenzuola sia pronta a sanzioni molto piu' severe"

(Per amor di cronaca, queste cose sono vere a Bochum, non so nel resto della Germania. Temo pero' che siano delle piaghe nazionali)

Ho l'impressione che cercare casa in Germania sia divertentissimo. 


domenica 26 giugno 2016

Accurate rappresentazioni

Bonn e' l'antica capitale della Germania Ovest. Apparentemente, Bonn era una citta' di spie che si mascheravano da commercianti, insegnanti, normali cittadini. Mi sono sempre chiesta chi spiassero. Probabilmente si spiavano l'uno con l'altro e parlavano male della Germania dell'Est (che, a dirla tutta, fanno ancora, visto che i colleghi mi hanno spiegato che ci sono stereotipi sui Tedeschi dell'Est paragonabili a quelli sui Belgi visti dai Francesi).

Giusto per precisare, la storia di Bonn e delle spie l'ho sentita da mio padre, che ha un livello di affidabilita' pari a Wikipedia ma nessuno mette delle postille se quello che dice non ha fonti.

Cosi', ho deciso di andare di persona a farmi un'idea di Bonn. L'ho trovata una citta' carina, con il Reno in mezzo. Per la cronaca, pare che gli abitanti della riva est del Reno odino quelli della riva Ovest e viceversa, sempre stando ai colleghi. Quindi immagino grandi rivalita' all'interno di Colonia, Dusseldorf, e Bonn, della serie: "No amore mio, davvero non posso uscire con uno che sta sull'altra sponda" (e in questo caso e' tutto letterale) 

A Bonn ho visitato il centro, l'edificio delle poste e la casa di quell'allegrone festaiolo di Beethoven, dove c'e' il suo pianoforte che ha la rarita' di avere tre pedali (e giuro, Giupy e' talmente musicofila che era convintissima TUTTI i pianoforti avessero tre pedali)

La cosa piu' bella pero' sono queste statue:



Non so esattamente che cosa vogliano rappresentare, ma posso immaginare si chiamino piu' o meno cosi:

Immagine 1: accurata rappresentazione di Giupy quando ha una crisi di emicrania e deve sistemare la bibliografia della tesi

Immagine 2: accurata rappresentazione di Giupy che scopre che in Gran Bretagna ha vinto la Brexit e si fa serie domande sulla democrazia.

Cosi', con questo post ho pure dato il mio contributo sulla Brexit, e non devo neanche abbassarmi a prendere in giro gli Inglesi perche' mangiano male e non hanno il bidet. 

martedì 21 giugno 2016

Gradisce della sbobba?

A volte capita di essere in stazione, e che il treno sia in ritado. Perche', tanto per sfatare gli stereotipi, i treni tedeschi sono spesso in ritardo, apparentemente. Una Tedesca una volta mi ha pure detto di essere andata in vacanza in Puglia IN TRENO e di aver apprezzato i treni Italiani piu' di quelli tedeschi.

(A dirla tutta, la persona in questione, visto il mio stupore, ha ammesso che probabilmente il suo amore per i treni italiani derivava dall'essere in vacanza e quindi non doversi preoccupare di orari, camicie pezzate di sudore, cimici e pulci, ma anzi di vedere tutto questo come elementi bucolici della campagna suditaliana)

Per cui, spesso si e' nelle stazioni ad aspettare i treni.
E cosa c'e' di meglio, per alleviare l'attesa al freddo e al gelo, di una bevanda calda?

Caffe'? 
No, troppo mainstream.
Piuttosto, ecco il cibo dei Tedeschi #2:


La zuppa in brodo, in tre pratici e gustose varieta', direttamente dalla macchinetta del caffe'! Gnam gnam, quanta voglia di mangiarsela subito! Chissa' che prelibatezza!

Mi chiedo se sia possibile importarla in Italia con ribollita e pasta e lenticchie, oppure le varianti regionali come la trippa e i ravioli in brodo, o ancora nella versione internazionale con ratatuille e gaspacho... 

venerdì 17 giugno 2016

Appunti per la vita futura

Desiderosa di visitare le bellezze di Bochum, di immergermi nella sua cultura e nella sua storia, sono andata al museo dei minatori. Perche' la Ruhr e' una zona di miniere.

Il museo e' bellissimo e consiglio a tutti di visitarlo.
A meno che tu:
- Sia una persona che soffre di claustrofobia. E' tutto sotterraneo perche' si puo' scendere nelle miniere
- Sia una persona che soffre di vertigini. L'unica parte non sottoterra consiste in una ripida scala che ti porta sul tetto del museo da cui puoi vedere la Ruhr (bella eh)
- Sia una persona che abbia un minimo di interesse per i diritti umani/dei lavoratori e un minimo di empatia per la gente che lavorava nelle miniere, perche' nel caso stai male tutto il tempo a pensare alla vita di sti qui, e pure ti fanno un po' pena i pischelli che lavorano al museo e che ti portano su e giu' con questi ascensori che come temperatura, umidita' e rumore sono identici alle miniere. 
- Sia una persona che non sa il Tedesco, visto che non c'e' nulla di scritto in Inglese
- Sia una persona a cui, tutto sommato, delle miniere non frega niente.

Pur rientrando in tutti e cinque queste categorie, ho potuto comunque visitare il museo e scoprire alcune cose molto interessanti.
In particolare, cio' che ha catturato la mia attenzione e' stata la stanza dei tesori


Per un attimo questi mi sembravano falce e martello

Incuriosita da quest'arte ho chiesto ad uno dei pischelli del museo cosa fosse, e lui mi e' sembrato molto felice di abbandonare il suo ascensore umido caldissimo e puzzolente per farmi un minitour guidato ai tesori.

Eccola la falce

Cosi' ho scoperto che i minatori, dopo che passavano tutta la loro vita nelle miniere a respirare carbone, farsi venire il cancro, provocarsi l'ernia al disco, non vedere la luce del sole peggio che un dottorando in tesi, andavano in pensione.
E ai piu' importanti di loro (o forse solo quelli che sopravvivevano, chissa') facevano dei regali. 
Questi:

Un po' il Laocoonte delle miniere

Non bastava quindi aver fatto tutta la vita un'esistenza discutibile, ma, quando finalmente potevi stare per sempre lontano dalle miniere, ti toccava pure portarti a casa un portacenere con su due minatori

Che si sa, se i tuoi polmoni sopravvivono alle miniere, a sto punto puoi pure fumare

Ecco, potete dire quello che volete, ma questa brocca per me e' una punizione piu' che un regalo

E io che pensavo che le stilografiche in argento o le cornici con le foto dei colleghi fossero dei bei regali di pensionamento.

In tutto cio', ho parlato di questa visita con il mio super-mega-boss che mi ha raccontato come spesso i minatori dopo tutta una vita nelle miniere avevano cosi' nostalgia che ci volevano tornare pure una volta pensionati. Sindrome di Stoccolma proprio.
Apparentemente c'e' anche un film su questo fenomeno, e super-mega-boss me l'ha raccontato nei dettagli, cosa di cui sono grata, perche' cosi' non dovro' vederlo.

Fatevi quindi un appunto: per quanto pensiate che la vostra sia una vita di merda, ricordatevi di non rinascere minatore nella vita futura.

Per quanto, i minatori godevano dell'ottima protezione di Santa Barbara

E la celebravano con i piatti blu di Danimarca che ricordano le piastrelle del mio bagno

martedì 14 giugno 2016

Le tragiche avventure di Mr Simmons

Oggi la mia app per imparare il tedesco mi ha detto che sono "3% fluent in German". Il che mi e' sembrata un po' una presa per il culo sedere: e' un modo carino per dire "La tua competenza in Tedesco e' talmente scarsa che alla cassiera del supermercato che ti chiedeva presumibilmente se volevi una borsa hai risposto 'il libro e' bello'". Non e' esattamente cio' che si direbbe fluent. 

Cosi', ho deciso di mettermi a studiare seriamente Tedesco. Il che e' stato motivato dal fatto di aver incontrato un bambino di tre anni nei corridoi dell'ufficio che mi ha parlato in Tedesco, e probabilmente mi ha chiesto "mi aiuti a trovare la mamma?", ma ho la netta impressione suonasse piu' come un "La tua morte e' imminente e si verifichera' non appena aprirai Facebook"
(Che poi, che ci facesse il bimbo in ufficio non ne ho idea. Quel che e' sicuro, e' che e' ancora li' a vagare da solo, vista la mia totale incapacita' di aiutarlo).

Ho deciso di studiare Tedesco con un libro. Un libro pubblicato da una nota casa editrice italiana che, per ragioni di privacy, chiamero' "Banichelli".

Di solito quando inizi a studiare una lingua impari frasi facili tipo "Ciao", "Come va?", "Il gatto e' sul tavolo", "My name is John Johnson and I come from London", "Che ci fai qui a vagare per i corridoi, creepy bambino?".

Invece il metodo Banichelli per il Tedesco riflette le qualita' della lingua che studi: non si perde in fronzoli e in cose facili, ma va subito al nocciolo della questione. Perche' imparare a salutare le persone quando puoi subito discutere di Weltanshauung e Gesellschaft? 


Questa toccava metterla

Cosi', il primo dialogo inizia subito con frasi interrogative-negative e parole come "Universita' popolare" (E qui lo ammetto: credevo non l'avrei usata MAI, invece, ironia della sorte, parte che i corsi di Tedesco li organizzi proprio la Volkshochschule)

Oltretutto, il libro Banichelli anziche' celebrare la bellezza della lingua e della cultura teutonica, dipinge i Tedeschi come un popolo di tardi di comprendonio. Nel Dialogo 1 ci sono due Tedeschi, i Kowalski (che poi, che nome tedesco e'?) che incontrano i nuovi vicini Inglesi, i coniugi Simmons.

David Simmons dice "Wind sind ihre neuen Nachbarn", siamo i nuovi vicini
Thomas Kowalski risponde "Sie wohnen nebenan, nicht whar?", vivete qui di fianco, no? (Si cazzo Thomas Kowalski, te l'ha appena detto, mi sembri il re di stating the obvious).

A quel punto il dialogo continua e arriva Susanne, la moglie d Thomas Kowalski. Visto che chi si assomiglia si piglia, pure lei non ce la fa molto. Cosi' si presenta, fa tutti i convenevoli, e POI, dopo mezz'ora di dialogo, dice
"Ich kenne Sie doch?" Ma io ti conosco?
E cosi' viene fuori che la signora Kowalski era un'alunna del corso di Inglese della signora Simmons, che infatti dice
"Sie sind in meinem Englishkurs" Mi sa che tu hai la prosopagnosia, oppure sei scema (ok, la traduzione e' un po' libera).

Solo dopo altra mezz'ora di dialogo in cui i due poveri Inglesi se ne stavano sulla porta a pigliare freddo e a chiedersi perche' non se ne sono stati a Londra che fish&chips e' tanto buono, la signora Kowalski finalmente dice
"Warum kommen Sie nicht auf eine Tasse Kaffee herein" Entrate che vi faccio quella brodaglia marrone che noi Tedeschi (e pure voi Inglesi) chiamate caffe'
E i Simmons rispondono "Ja, gerne", Cavolo e' mezz'ora che stiamo qui in piedi aspettando che ci fai entrare, non sei solo stupida, ma cafona pure (Il Tedesco e' una lingua molto sintetica, non so se l'avevate capito)

Insomma, non ho avuto un ottimo primo impatto con lo studio del Tedesco. Non ho mai trovato un metodo che mi sembrasse tanto ostico quanto quello del libro Banichelli. Tranne forse quando ho studiato Cinese e dovevo da subito fare le traduzioni che parlavano di operai e del Partito Comunista Cinese.

Ho mai imparato il Cinese? No. Promettente. 

(in tutto questo ora passero' tutta la serata a cantare "My name is John Johnson") 


domenica 12 giugno 2016

Gira gira la fortuna

Un paio di anni fa, mentre stavo in quella meravigliosa terra di orsi volanti che e' il Colorado, ho incontrato una professoressa inglese che era venuta per una conferenza. Questa professoressa era molto simpatica e ci siamo messe a parlare. Notando il mio accento, mi chiese da dove venissi.

"Como, in Italia" risposi.
Lei, che veniva da Leicester che mi dicono non essere propriamente Parigi, lodo' la bellezza di Como, che aveva visitato anni prima. "E hai fatto anche l'Universita' a Como?" mi chiese.

"No, ho studiato a Venezia".

Lei a quel punto sgrano' gli occhi e mi disse "Ommiodio, tu vieni dal Lago di Como, hai vissuto a Venezia, e mo te ne stai in un ufficio che ha la vista sulle Rocky Mountains, ma che culo! Non conosci la bruttezza!"
(ok, non ha proprio detto "che culo", pure perche' in Inglese "what a ass" non suona bene, ma il senso era quello).

Io ho pensato che si, fossi proprio fortunata ad aver sempre vissuto in posti cosi' belli.

Ma ehi, la fortuna prima o poi cambia. E ora sto a Bochum.



Che, in alcuni suoi aspetti, sembra un po' una filiale di Mordor

Il campus di Bochum e' stato costruito negli anni 60 con la lodevole intenzione di riqualificare una zona mineraria e di evitare che la citta' diventasse una nuova Detroit. E, fin qui, tutto bene. 

Peccato che negli anni 60 gli architetti facessero uso di droghe pesanti avessero idee estetiche leggermente diverse dalle mie. Cosi', decisero che il campus doveva essere cosi' composto:

Al centro, un auditorium dall'improbabile forma che dovrebbe simboleggiare (tenetevi forte) una CONCHIGLIA

Cosi' tanto una conchiglia che mi sento Ariel in fondo al mar, proprio

Ai due lati della conchiglia, ci sono dei parallelepipedi enormi e brutti, uno per ogni dipartimento, che simboleggiano (tenetevi ANCORA piu' forte), delle navi della conoscenza

Pronta a salpare, direi

Tutto cio' e' abbastanza ilare, considerando che a Bochum non c'e' il mare ed e' un posto di minatori, non di marinai.

Ma, per completare il tutto, gli architetti hanno deciso di fare tutto in CEMENTO. Hanno perfino costruito dei cementifici per avere abbastanza cemento (perche' immagino che le miniere non bastassero per rendere la regione brutta abbastanza)
Sono sicura che c'e' un posto specifico all'inferno per gli architetti che fanno gli edifici in cemento, probabilmene di fianco a quello delle persone che fanno gli spoiler di Game of Thrones.

Ora, non e' che Bochum e la Germania in genere siano molto soleggiate. Immaginiamo quindi l'effetto di un intero campus fatto di cemento, che oltretutto dagli anni 60 ad oggi e' diventato quel grigio sporco e macchiato tipico degli edifici decadenti.

Il mio ufficio, per fortuna, non e' in questo campus perche' non c'era spazio. Certo, non e' un edificio che sprizza bellezza, ma almeno non sembra la prigione di Litchfield in una giornata di depressione. 
Nella sala comune del mio edificio ho trovato un libro, che parla del campus di Bochum. Il libro si chiama "Concrete Beauty". Il libro e' in tedesco, ma ho chiesto di tradurmelo e ho scoperto che celebra la bellezza del cemento in quanto "fa vedere le cose come sono, nude e crude".

Un po' come il logo dell'universita', insomma


Antichi Greci sproporzionati che si chiedono dove stia il mare di Santorini, viste ste navi e ste conchiglie


L'altro giorno stavo parlando con il nuovo boss tedesco qui, e mi ha chiesto come trovassi Bochum.
"Non male come mi aspettavo" ho detto. Pure con tutta l'ipocrisia i finti sorrisi e la buona volonta', davvero non ce la facevo a dire di piu'.
"Ma si" dice lui "Non e' cosi' tremenda".
Poi mi ha chiesto dove avessi studiato. Ho risposto "Venezia".
Al che lui mi ha guardata sconsolato, e ha detto solo "E ora stai A BOCHUM? Mi spiace. Ritiro quello che ho detto".

Sulla conchiglia c'e' questa scritta, che un po' mi sembra dare un tocco d'allegria, un po' mi sembra sottolineare il grigiume del tutto 

mercoledì 8 giugno 2016

Gli animali mi seguono

Avevo quest'idea che, lasciando il Colorado, sarei entrata nel magnifico mondo della civilta'. Vero, la Germania sara' anche grigia e piovosa, ma non avro' piu' orsi, cervi, serpenti a sonagli, bufali e tutti quegli altri animali che potrebbero uccidermi durante il mio jogging quotidiano (che, infatti, evito). Massimo massimo gattini e cagnolini.

Cosi' sono andata a Dusseldorf in una giornata di sole, pronta a bere uno spritz sul Reno e a godermi la bellezza della citta', con tutto il suo cemento, le macchine e le metropolitane (visto che, il post precedente docet, con il mio abbonamento posso arrivare fino a Dusseldorf e chissa' dove altro, non l'ho capito). Finche', prendendo la metro, ho visto lui:




(Nel caso ve lo chiediate, io sono una personcina a modo e quindi ho chiesto al proprietario di Rudolf di fare una foto, non l'ho fatta di nascosto)

(Mi chiedo se portare renne impagliate in metro rientri nella categoria "pet terapy")

Un po' sconvolta ma non troppo (ehi, stavo con gli orsi che volano io) sono uscita nella metro, e li' mi sono imbattuta nella Stranezza dei Tedeschi #2:

 

Sulla sponda del Reno ci sono delle pecore che pascolano felici nel loro bel recinto. Proprio in centro centro alla citta'. 
Il che mi sembra perfetto per quando non si ha voglia di tagliare l'erba.

In tutto cio', giuro che non ho idea del perche' questo accada e soprattutto di come avranno fatto a trasportare le pecore fin li (ok, se ci stanno le renne in metro, forse un'idea ce l'ho). Se qualcuno ha piu' informazioni, liberissimo di farmelo sapere... 

Forse, il mio destino e' essere circondata da animali, nonostante io mi consideri un'accanita cittadina. Chissa' se queste pecore volano. 

domenica 5 giugno 2016

Ed ora saltiamo tutti su un piede solo

Quando si arriva in un posto nuovo, una delle prime cose da fare e' capire come usare i mezzi pubblici. Specie se ci si ostina a mettere i tacchi per sembrare professional e poi si cade rovinosamente dalle scale ad ogni passo. 

Con i mezzi di trasporto di Bochum ho avuto subito una curiosa relazione, tale da spingermi a metterli al numero #1 della nuova rubrica "Le stranezze dei Tedeschi".

Le macchinette alla stazione della metro spiegano chiaramente (e te lo dicono pure in Italiano) che "Si prega di inserire l'importo ESATTO". In rosso, che non lascia dubbi, pure un po' perentorio. Ho cosi' passato due giorni a comprare cicche da masticare e cicche da fumare per avere questi benedetti spicciolini contati. Un giorno, in una stazione che non aveva neanche un bar, per la disperazione inserisco tre euro invece di 2,60 dicendo "ok, regaliamo questi 40 centesimi alla citta' di Bochum".

A quel punto, la macchinetta mi rida' tranquilla il resto.
Mi sa che mi prendeva per il sedere.



 
 Ci ho messo un attimo a capirla ma giuro che mi fa ridere


Dopo quest'esperienza, decido che devo farmi un abbonamento. Arrivo in stazione, trovo un'impiegata che parli inglese, e le chiedo che opzioni ci sono.

Lei mi dice che c'e' il Ticket 2000, per Bochum.
Mi chiede se ci voglio scrivere il nome. Io dico: "Se non lo scrivo lo possono usare altre persone?"
"Si" mi dice lei
"Ma e' legale?" rido io.
Si. Il biglietto e' inerscambiabile, e io ci ho fatto la figura da pirla.

Inizia a spiegarmi in Inglese-accentato-Tedesco che il biglietto vale per una serie di altre citta', ma non ho capito quali.
Dopo le sette di sera posso portare con me un altro adulto e/o fino a tre bambini.
Il week-end posso portare gente con me tutto il giorno e mi sa pure le biciclette. Idem il 24 e il 31 Dicembre.
Pare che posso pure viaggiare in prima classe ogni tanto, ma a quel punto mi ero persa.

Ma... che regole sono? Perche' e' cosi' complicato? Mi sembra una di quelle cose della serie "Se ti vesti di rosso paghi la meta'. Se arrivi con un triciclo puoi portare anche un canguro. Se salti su un piede solo dieci volte ti regalo una caramella a forma di treno".

Tuttavia, ho scoperto che quest'abbonamento ha un'opzione MERAVIGLIOSA. Se scegli la version "pigri al mattino" (il nome gliel'ho dato io, ma la societa' dei trasporti di Bochum dovrebbe pensarci seriamente) paghi VENTI euro in meno e non puoi viaggiare prima delle 9.
Praticamente, non solo risparmi soldi ma hai pure un'ottima scusa per svegliarti sempre tardi.
Adoro il mio nuovo abbonamento

giovedì 2 giugno 2016

Gusto cozze, prego

Il mio vagabondare per diversi Paesi e citta' mi ha portata a capire che molti degli stereotipi che abbiamo riguardo i popoli sono falsi. Per esempio, sono fermamente convinta che il cibo tedesco sia buono e non si limiti alle patate e ai brezel, ma anzi che offra tantissima varieta'.

Tipo questo:

 

La mia volonta' di superare lo stereotipo del Tedesco-che-mangia-male e' stata purtroppo subito infranta appena arrivata alla stazione di Bochum dalla publicita' del cioccolato con le patatine incorporate.

(Ho serie speranze di superare lo stereotipo del Tedesco-che-si-veste male ma, mi duole ammetterlo, ho visto molte persone con i sandali e le calze, e pure uno con la tutina aderente da ciclista tutto professionale e comunque i sandali della Birkenstock)

Quindi, a malincuore, inauguro sul blog la rubrica "Il cibo dei Tedeschi" con, come numero #1, Ritter Sport gusto Tortilla Chips.

Ora vado a rimpiangere le patatine gusto cappuccino degli Americani, e ad aspettare che la Ritter faccia uscire il nuovo gusto Cozze&Chili o Amarena&Amianto.