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giovedì 28 luglio 2016

Ich Liebe Dich

Quando sono arrivata in Germania sono stata qualche giorno in un AirBnB, quindi sostanzialmente a casa di uno. Poi mi sono spostata in una casa tutta arredata/tutta pronta/ non c'e' bisogno di comprare nulla messa gentilmente a disposizione dall'Universita'.

Queste due case hanno una cosa in comune: il letto. Ovvero letti matrimoniali ma composti da due materassi che fanno si' che, nel corso della notte, una delle due persone cada nel baratro da essi formati. E, stranezza #5 di questa Germania, hanno dei dei piumoni separati per ogni materasso senza il lenzuolo. Si, nel caso ve lo chiediate, non fa esattamente caldissimo qui, pero' dormire con il piumone alle volte e' un po' tantino. Senza contare che a me un po' fa poco igienico non avere un lenzuolo. E, ovviamente, alla caduta notturna nel baratro si aggiunge il fatto di rimanere scoperti.

Chiedendo a persone italiane che hanno piu' dimestichezza di me con la vita crucca, ho scoperto che fino a non molti anni fa i Tedeschi (e pure Svizzeri e Austriaci pare) dormivano proprio separati. Mi piacerebbe poter verificare questa informazione ma, capirete, non ho ancora abbastanza confidenza con nessun locale per chiedere "Ma tu e il/la partner, dormite assieme?".

Era troppo bella per non condividere

Cio' che so per certo e' che i letti scomodi e/o separati non impediscono ai Tedeschi di fare un sacco di figli. Infatti vedo in giro numerose famiglie con multipli pargoli, un po' come quelle che si vedono pure sul Lago di Garda d'estate. E, come ho gia' analizzato in passato, i popoli non Italici spesso educano i bambini in modo diverso. Li lasciano andare piu' liberi in modo che si temprino di piu' e diventino piu' forti.

Per esempio, al giardino botanico ho visto una madre con molti figli mandarne due a saltellare sui sassi di uno stagno con rane e ninfee. Il maggiore esortava il fratello a saltare ma questo aveva paura e deve aver detto qualcosa tipo "Non vedi che e' pericoloso e se cado sto in balia delle zanzare anofele?". Una Madre Italiana si sarebbe lanciata a prenderlo gridando "NOOOOO Gennarino non farlo che hai mangiato da meno di tre ore e non hai la canottiera e poi muori". Invece Mamma Tedesca ha detto qualcosa tipo "Hans mostra il tuo sangue Vichingo" e ha spinto il figlio a saltare sui sassi scivolosi.

Perche' tanto, di bambini non gliene mancavano, visto che ne aveva almeno altri due non camminanti. E tutto cio' con i letti separati, figuriamoci senza. 

lunedì 25 luglio 2016

Mansplaining

Una delle cose che mi piace della Germania e' la gender equality. Certo, non che in Germania vada tutto perfettamente (i colleghi per esempio mi dicono che la Svezia e' molto meglio), e sicuramente la mia e' un'esperienza limitata ad un certo ambito.

Per gender equality intendo che non mi e' mai sembrato, da quando sono arrivata, di essere mai stata percepita in modo diverso perche' donna. Lo stesso a Boulder: nessuno mi ha mai chiesto se ero sposata, se volessi avere figli, nessuno ha mai fatto un apprezzamento sul mio aspetto fisico sul luogo di lavoro, nessuno ha mai implicato che io potessi essere piu' emotiva/meno razionale/in qualche modo diversa da un uomo.

Questo, purtroppo, non succedeva quando ero a Bruxelles. Dove stavo in un ufficio quasi interamente femminile alle dipendenze di medici cinquantenni con evidenti manie di grandezza, una dose esagerata di testosterone, e la totale incapacita' di provare o manifestare qualsiasi forma di rispetto. Dalla mia superficiale conoscenza di Freud posso supporre che la maggior parte di loro avesse un pene molto piccolo, ma non ho modo di dimostrarlo.

All'epoca di Bruxelles mi sentivo generalmente bistrattata e umiliata (chi non lo sarebbe quando il viscidissimo capo francese ti chiama "Ma belle" durante una riunione di lavoro? Quando si e' continuamente trattati come le segretarie di Mad Man che, ricordiamo, e' ambientato nel 1961?), ma non avevo ancora ben chiari i meccanismi del PERCHE' tutto questo fosse sbagliato. Non si diventa femministi dall'oggi al domani, e' un meccanismo lungo.

Quando ho imparato la parola "mansplaining" ho capito un po' meglio certe dinamiche sociali che vanno finite.

Mansplaining sta ad indicare l'attitudine di un uomo che spiega una cosa ad una donna in modo paternalistico e condiscendente. 



Dopo che ho imparato questo concetto mi sono venute in mente molte, molte, molte, molte situazioni in cui questa cosa era avvenuta, e in certi casi non me ne ero neanche accorta. Perche' si, per quanto io sia cresciuta con persone mentalmente aperte e dalle ampie vedute, ho passato molti dei miei anni migliori a pensare che potevo tutto sommato essere irrazionale perche' ho il ciclo, che approfittarsi un po' del proprio aspetto fisico va piu' che bene, che le donne siano piu' portate per certi campi e meno per altri, come la scienza. 

D'altronde sono cresciuta con il femminismo delle nostre madri, quel "abbiamo fatto il 68 cosi' tu ora ti puoi mettere la minigonna e truccarti a scuola". Il che non e' sbagliato. Hanno solo dimenticato che quando mi metto la minigonna e vengo apotrofata per strada/molestata/violentata e' ancora considerata colpa mia. Sara' che erano troppo occupate a spiegare alle Musulmane che, dal momento che noi abbiamo conquistato la liberta' di metterci la gonna corta, loro non dovrebbero avere quella di mettersi il velo. 

Faro' un esempio concreto di Giupy&il mansplaining usando come soggetto il mio relatore di quando studiavo in Italia (si, il relatore di cui avevo parlato male in un blog che lui ha trovato e cosi' ehi, sono emigrata in America. Ma leggendo questo episodio si capira' che non tutto il male viene per nuocere, pure se devo starmene a Bochum anziche' a Venezia a bermi lo Spritz sui canali).

Quest'uomo mi affascinava per la sua conoscenza, e ricordo che pendevo sempre dalle sue labbra ad ogni lezione. Erano tempi beati in cui la sua totale mancanza di pubblicazioni recenti mi sembrava cosi' irrilevante davanti alla sua immensa cultura e a tutte le sue esperienze di vita.

Un giorno, parlando della cultura tradizionale del Giappone, costui ha detto che le donne quando avevano il ciclo mestruale venivano allontanate dal villaggio perche' considerate impure. Cosa che ha fatto corrugare la fronte a qualche studente. Lui allora si e' affrettato nel suo mansplaining: lui SAPEVA infatti che per le donne questa non era una cosa negativa. Anzi, le donne ne erano CONTENTE. Perche' cosi' si potevano riposare e fare gossip tra loro. Ricordo ancora il suo sorriso serafico che mi ha fatto pensare che dovesse essere vero, che non fosse una pratica sbagliata o degradante, e che fosse perfettamente legittimo per un uomo bianco dare un giudizio morale ed etico totalmente infondato su una pratica che riguarda donne asiatiche. 


Quando il mio professore ha detto questa cosa, quindi, il mio io femminista non ha cercato di gettarsi da nessun burrone. Anzi, gli ho chiesto di poter fare la tesi con lui e ho passato dieci pazienti mesi ad idolatrarlo, a seguire ogni sua parola, a cercare di far si che lui considerasse il mio lavoro interessante. Spoiler alert: non e' andata bene. Sono arrivata alla fine della tesi assolutamente privata di autostima, con lui che non solo non mi ha offerto nessun posto di dottorato a Venezia ma che ha confessato di dubitare che io fossi in grado di farne uno.

Cosa dobbiamo fare, quindi, contro il mansplaining? Prima di tutto, riconoscerlo. Poi, capire che non dobbiamo essere messe in soggezione da uomini che ci trattano in modo inferiore, ma far valere le nostre ragioni. In ultimo, non scegliere un uomo che ti tratta come un essere inferiore come relatore per la tesi specialistica.

Ovviamente poi ci sono le soluzioni piu' drastiche:

  
Guardare qui per la mia scena preferita in assoluto di GOT, nonche' reazione che nella mia mente ho al mansplaining

Per la cronaca, io ho fatto tutto un PhD per dimostrare al mio professore che si sbagliava. E' ora lui convinto che io valga qualcosa? Non credo. Non riusciva a ricordarsi il mio nome neanche quando andavo tutte le settimane da lui a ricevimento, dubito che gli interessi anche solo vagamente della mia vita. Pero' gli ho scritto, quando sono stata accettata a Boulder, per ringraziarlo. Perche' si, non mi avesse fatto credere che non valevo nulla, non avrei avuto tutta questa smania di riscatto che mi ha portata a fare un dottorato in un centro conosciuto con professori famosi. E forse ora sarei pure un po' meno femminista. Quindi si, pure le persone che lasciano una traccia negativa, alla fine, qualcosa di positivo ce lo portano.

Senza contare che ehi, non sto a Venezia e non mi bevo gli Spritz. Pero' almeno sto in Germania dove, per quanto ne so, non chiedono ai colloqui di lavoro quanti anni hai e se sei sposata perche' cosi' possono decidere di non assumerti. 


venerdì 22 luglio 2016

I soliti Italiani

Io odio essere un'Italiana stereotipata. Infatti non lo sono. Non parlo gesticolando, non arrivo sempre tardi, non parlo sempre Italiano pure quando la gente intorno a me non lo capisce. Manco mangio la pasta (un po' per la celiachia e un po' perche' sono una proud lombarda che predilige il risotto).

In particolare, una cosa per cui ODIO gli Italiani (sia all'estero che in patria), e' quando cercano di fregare la gente. Della serie "Massi', non stiamo a fare il biglietto che non ci controllano", "Massi', vai di qui che salti la fila", "Massi' non stare a pagare questo che e' un amico di mio cugino e ci parlo io". Lo faccio perche' ho visto tanti Paesi dove le cose funzionano meglio che in Italia e mi sono sempre chiesta "Ma se in italia tutti pagassero le tasse, nessuno fosse raccomandato, e nessuno cercasse di fregare il prossimo, non staremmo meglio anche noi?" 

Per cui io faccio tutto in modo PRECISO. Pago quello che devo pagare. Seguo le regole. Se mi si dice di fare una cosa la faccio. Vado a restituire i soldi nei negozi se mi danno troppo di resto. Insomma, pure prima di venire qui ero gia' crucca dentro. 

Non so se Terzani l'abbia detto davvero ma mi piace

Finche', ovviamente, non mi sono messa ad esplorare la Renania-Westfalia. Grazie al mio abbonamento ticket 2000 posso andare ovunque e portarmi dietro chi voglio. Quindi sono andata a Dusseldorf, Colonia, Bonn, Krefeld. 

In tutti questi viaggi mi sono detta: ma non c'e' nessuno che controlla i biglietti? Infatti, mi e' successo di essere controllata una volta sola da un rubizzo crucco che non so esattamente cosa mi abbia detto, ma che sono abbastanza sicura non mi abbia fatto nessuna multa.

Cosi', mentre lodavo con amici e conoscenti l'integrita' morale del Tedeschi ("visto? Noi sempre a cercare di fregare e qui, qui neanche hanno bisogno dei controllori sui treni, dal tanto sono onesti! Ecco perche' qui lavorano e noi tutti con le pezze al sedere!"), mi sono imbattuta nella Stranezza #4.

Ovvero, che solo certe citta' sono accessibili con il mio abbonamento dei mezzi. Altre no. Come mai non sapevo questa cosa? Perche' io ero CONVINTA di aver capito tutto sul funzionamento del mio abbonamento, ma non era vero. Probabilmente l'impiegata dei trasporti mi ha detto "Guarda bella bambina che non puoi andare fino a Bonn, perche' l'abbonamento non lo copre" ma io, grazie alla mia fluency, ho capito "Ehi bella bambina, noi ora liberiamo nell'aria 99 palloncini rossi e poi ci spariamo addosso" e cosi' ho deciso di ignorare la cosa.

Per cui, in questa terra di onesta', trasparenza e bei sentimenti, quella che stava truffando il sistema ero IO.
Ma lassu' credo qualcuno mi ami, visto che l'UNICA volta che mi hanno controllata evidentemente era in una zona che il mio abbonamento copriva.

Per cui, cari lettori che ora sapete il mio segreto, non ditelo a nessuno. Piuttosto, ammirate i Tedeschi per la loro onesta' (e anche per il fatto che nella metro hanno delle scale mobili che vanno in due sensi- cioe', la stessa scala sale se hai bisogno di salire, e scende se devi scendere. Ecco perche' sono piu' avanti di noi, sono GENIALI). 

martedì 19 luglio 2016

Ted Adorno

Vi chiederete, perche' il titolo del blog contiene "Nietzsche"?
Be', in parte perche' stava bene come titolo. E in parte perche', ora che sono in Germania, ho intenzione di parlare di intellettuali tedeschi.

Come scusate? State dicendo che sono una palla unica? Leggetevi la storia #1 e poi ne riparliamo:

Theodor Adorno era un marxista ebreo nato a Francoforte ad inzio 1900. Come i piu' arguti di voi avranno gia' capito, non era esattamente il periodo migliore per lui per nascere in Germania. Nonostante questo, Ted cresce e si mette a studiare e fonda la Frankfurt School of Critical Thinking con un paio di compari, un circolo di uomini noiosissimi che si parlano addosso di cose molto intelligenti.

Adorno, preso da Wikipedia

Ad una certa, quando le cose si mettono troppo male, l'amico Paul Lazarsfeld lo chiama. Paul era Austriaco emigrato a New York piu' o meno per gli stessi problemi che aveva Ted, e cosi' lo invita ad emigrare a sua volta. "Mo' lavoro per la Columbia University" dice Paul "Vieni pure tu no, che ti trovo un lavoro".

Ora, il vecchio Ted avrebbe potuto baciarsi i gomiti per cotanto culo, andare in America facendo ai Nazi il gesto dell'ombrello e vivere felice da raccomandato ballando Lindy Hop fino al resto dei suoi giorni.
Invece no. Ted va in America perche' proprio pirla non e', ma ci va LAMENTANDOSI tutto il tempo.

Ted infatti odia la musica popolare. Odia il cinema. Odia la gente che si diverte e va a ballare dopo il lavoro. Dice che la gente guarda i film di Topolino e cosi' si distrae da quelli che sono i veri problemi. Topolino previene la lotta di classe (e non e' che avesse torto, eh. Voi tutti che perdete tempo a guardare YouTube e leggere il mio blog e a lamentarvi dei vostri stipendi, potreste impegnare questo tempo a pianificare la lotta del proletariato contro il capitalismo. Pero' non lo fate perche' siete schiavi della culture industry).

Ironia della sorte, Paul propone a Ted un lavoro che consiste nello studiare un fenomeno nascente, la radio. Non c'e' nulla al mondo che Ted odi e detesti quanto la radio. Lui vorrebbe solo ascoltare Beethoven dal vivo suonato da Beethoven, per dire. Cosi, Paul va di casa in casa ad intervistare la gente e cercare di capire quale sia l'influenza della radio sulle decisioni politiche (e si inventa il two-step flow of communication, che e' un modello che mo abbiamo deciso che fa schifo, ma comunque lo elogiamo perche' si e' impegnato). Invece, Ted fa quello che sa fare meglio: si lamenta. 

Ted scrive lunghissime manfrine sul fatto che la radio fa schifo, che lui odia tutto, che vorrebbe tanto starsene in Germania con gli amici suoi (e ripeto, forse la Germania del 1940 non era proprio il posto migliore dove stare, pure se si possono avere opinioni discordanti, eh), e invece e' obbligato a stare in America dove tutti mangiano e sono felici. Peggio degli Italiani che si lamentano per la mancanza del bidet. 

E non e' che lo dico io. David Morrison, raccontando questa storia, parla di uno che lavorava con lui che ha detto:

I thought Adorno, on our first meeting, the most arrogant, self-indulgent (intellectually and culturally) man I have ever met. Some 20 years later, I can think of additional claimants to this position, but I doubt if they are serious rivals. 

(Che, francamente, e' una definizione bellissima)

Com'e' finito il nostro Ted? Dopo la guerra, e' finalmente tornato in Germania. Ha trovato la felicita'? Certo che no. Arriva il '68, e gli studenti leggono i libri post-Marxisti di Ted per trovare inspirazione nella lotta e nel costruire una societa' migliore. Ma a Ted non piace neanche questo, perche' secondo lui impedivano il funzionamento dell'Universita' e creavano un vano disturbo. Secondo me, gli dava un sacco fastidio che, nelle proteste, si divertissero.

Ted mori' nel 69, di attacco cardiaco. Non che ci sia una connessione eh, ma e' successo subito dopo un episodio in cui, durante una sua lezione, tre studentesse per protesta si sono messe in topless e l'hanno cosparso di petali. Ted ha dato un grandissimo contributo al sapere umano, e a me, che ho letto molti dei suoi scritti, piace ricordarlo cosi': in California, con i sandali e i calzini bianchi a urlare dietro ai venditori ambulanti di pina colada mentre tutti gli altri ballano, cantano, e fanno surf.

Ma lo sapete che Sandali e Calze hanno una pagina Wikipedia?

(Nulla di questo post e' verificato e/o attendibile. Adorno odierebbe ogni parola che ho scritto. Quindi, o giovine studente che vuol fare una tesina su Adorno, non utilizzare neanche un po' di questo materiale. E gia' che ci sei, non usare neache Wikipedia, e leggiti la Dialectic of Enlightenment per davvero. A meno che la ricerca non sia su sandali e calze)


sabato 16 luglio 2016

Nostalgia

Mi sono concentrata, ultimamente, sulle stranezze della Germania. 

Ma questo non vuol dire che io non continui a seguire, con un pizzico di nostalgia, le stranezze degli altri posti in cui ho vissuto.

E cosi, leggo che a Boulder, Colorado, si e' deciso di proibire i gelati nelle piscine. Dal momento che a Boulder non succede mai un cazzo, la gente si e' sdegnata: proibirci della nostra liberta' di mangiare un Ben&Jerry a bordo piscina??? Giammai!

Cio' che e' ironico, e' che quasi sicuramente le pistole sono permesse. Sono anche abbastzanza sicura che l'alcol sia vietato, ma le canne no. 

Tutto cio' mi ricorda che una volta mi e' stato detto che non potevo mettere il bikini nella Buffalo Pool perche' "non era appropriato". E dove dovrei mettermi il bikini, in banca? Lungi da me dall'essere una puritana, perche' ognuno si puo' (s)vestire come vuole, ma non era forse meno appropriato che le mie studentesse venissero a lezione con gli short a mutanda?




Mentre il Colorado si scandalizzava per i gelati e le piscine, gli orsi oltre a volare hanno trovato un altro hobby: guidare. Infatti, pare che un orso in Colorado si sia recentemente infilato in un'automobile. Della serie: "tesoro, quante volte te lo devo dire di chiudere a chiave? Che poi entrano gli animali..."

Considerando l'amore degli Statunitensi per gli animali selvatici, mi viene anche il dubbio che qualcuno l'abbia raccolto e messo in auto. Come e' successo con la coppia che ha deciso di portarsi a casa un bufalo perche', poverino, aveva freddo. Cosi' se lo sono messo in macchina. Perche' chiaramente il bufalo, che e' l'animale piu' peloso del mondo, ha bisogno di un cappottino come i chiwawa. 

La conclusione del post e' che, per quanto mi manchi il Colorado ed i suoi 300 giorni all'anno di sole, sono comunque contenta di vivere il mio lugliobre senza problemi di orsi e gelati.



(Per amor di precisione, pare che la legge anti-gelato del Colorado sia stata revocata, ma non ne ho fonti certe. Un po' come RaiNews che diceva che Erdogan era in viaggio verso Ciampino ma non c'era modo di confermare la notizia) 

giovedì 14 luglio 2016

Cavallette caramellate

Come i miei assidui lettori sapranno, sto studiando il Tedesco. Che e' una cosa un po' diversa dal dire che sto imparando il Tedesco. 
(Per la cronaca, sono riuscita a far capire al fattorino di Fedex che io non ero la persona che cercava e che doveva andare nell'ufficio accanto, poi ho scoperto che avrei dovuto invece mandarlo dagli amministrativi, cosi' il mio primo trionfo linguistico si e' trasformato nella segretaria che mi ha sgridata)

Ho parlato con diverse persone dei miei problemi a parlare questa lingua, e mi sono stati dati diversi incoraggiamenti:
"Lo imparerai subito, e' come l'Inglese antico"
No, non lo e', e pure se lo fosse, per quale motivo dovrei parlare l'Inglese antico? So quello che basta per leggere Game of Thrones. 

"Lo imparerai subito, e' come il Latino"
No, del Latino ha solo i casi difficilissimi, e poi nient'altro. Qui amo ricordare quando, a 14 anni, volevo iscrivermi al linguistico per studiare Francese e Tedesco e mio padre ha detto no, fai il classico, che sapere il Latino e' il modo migliore di imparare le altre lingue. Invece, sorprendente, il modo migliore di imparare il Tedesco e' proprio studiare il Tedesco.

"Lo imparerai subito, e' come il Sanscrito"
Giuro, questa cosa (che ovviamente me l'ha detta una che insegna Sanscrito) e' molto, molto, molto lontana dal suonare come un incoraggiamento. 

Ormai avete capito che mettero' questi meme in ogni post, no? 


Come gia' avevo spiegato, il mo studio del Tedesco con il metodo Banichelli e' stato piuttosto infruttuoso. Cosi' ho scaricato un'app che, per rispettare la privacy, chiameremo Buolinguo.

Il metodo Buolinguo consiste nel farti imparare delle frasette dal quale tu dovresti dedurre la grammatica. Lo trovo abbastanza utile perche' e' piu' facile memorizzare le parole e, soprattutto, posso fare gli esercizi in tram. Perdendo sempre le fermate, ma questo e' un altro discorso.

Le frasi che ti insegna Buolinguo sono bellissime e molto utili.

Per esempio:
"Die Enten sind Haustiere" Le papere sono animali domestici
Davvero? E non sporcano in casa?

"Die Kuh hat fliegen" La mucca ha le mosche
Che schifo. Lavala no? Oppure la discrimini perche' solo le papere sono animali domestici?

"Das Kind isst das insekt" Il bambino mangia l'insetto
Capisco che il cibo tedesco sia cosi' cosi', ma addirittura gli insetti... o sara' una cosa della cultura asiatica come le cavallette caramellate o gli spiedini di scorpione che tutti quelli che vanno in Cina millantano di aver mangiato?

"Dein bar trinkt bier" Il tuo orso beve la birra
Pensa, il mio vola. Meno male che non mangia insetti.

"Ihre Frau ist schon" Sua moglie e' bella
Questa mi piace perche' intende la moglie di una persona di sesso femminile, quindi appoggia marriage equality.
A meno che io non capisca bene e sia una forma onorifica di qualche tipo, visto che Buolinguo non ti spiega una mazza. Pero' propendo per marriage equality, dal momento che le frasi di Buolinguo sono pronunciate da delle figurine di vari generi ed etnie, e a volte c'e' l'uomo nerboruto che dice "Ich bin eine Frau", Io sono una donna. Apprezzo l'attenzione alla gender identity delle figurine.

E, parlando di figurine, ce ne sono alcune bellissime come:


Il delfino

La mia preferita in assoluto pero e' quella dello zombie che dice "Ich bin nicht gesund", Io non sono sano (porino, si vede) 



Insomma, Buolinguo mi rende lo studio del Tedesco allegro e divertente.

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Ok, stavo mentendo. Penso ancora che i Romani avrebbero dovuto obbligare tutti sti barbari a parlare Latino (per davvero, non prendersi solo i casi), o quantomeno che Carlomagno avrebbe dovuto costringerli a parlare Francese. 

venerdì 8 luglio 2016

Buona Pasqua!

So che in molti posti del mondo, per Pasqua, invece delle deliziose uova di cioccolato con la sorpresa, i bambini dipingono delle uova sode. L'ho fatto anche io e l'ho trovato un po' frustrante perche' non c'e' ne' cioccolato ne' sorpresa (e forse anche perche' avevo 29 anni), ma capisco che sia una bella tradizione.

Qui in Germania, pero', facendo la spesa, ho notato questo cibo dei Tedeschi #3: 



Insieme alle uova normali ci sono queste gia' colorate.
Un anticipo della Pasqua?
Galline transgeniche che fanno uova cosi' un po' tipo la mucca viola della Milka?
Modo per confondere i bambini e prendersi gioco dei daltonici?

Purtroppo non ho una risposta. So pero' che i Tedeschi sono impazziti per i mondiali di calcio (grazie, Zaza. Pensare che guadagni tutti quei soldi piu' di me e manco hai un PhD).
Quindi, ovviamente sono comparse le uova in questa versione:


Se qualcuno mi sa spiegare perche', grazie mille.
Per tutti gli altri, buona Pasqua! 

lunedì 4 luglio 2016

La mia vita & altre sfighe

Questo non e' un post lamentoso, ma piu' che altro un post per raise awareness, come si dice in Inglese (anche perche' in Italiano non mi viene, ma avete capito).

Io ho una malattia, ovvero sono celiaca. L'ho scoperto l'anno scorso e mi ha rovinato la vita.
(Ma come, non avevi detto che non ti lamentavi? Si, ma mentivo)

Ovviamente la celiachia non ti rovina la vita tanto quanto un cancro o la sclerosi multipla o la cicciopelosi a placche o qualsiasi altra malattia peggiore. Pero' voglio dire, pure voi state meglio degli orfani di Bangui eppure vi lamentate di non aver i soldi per due settimane a Zanzibar, quindi ho il mio piccolo diritto a lamentarmi pure io.

Molta gente cerca (inutilmente) di consolarmi dicendo che ci sono tante cose buone senza glutine.
Questa non e' una cosa da dire ad un celiaco, per due ragioni:

1) I cibi senza glutine non sono buoni quanto quelli veri. E' un po' come dire al vostro amico single da una vita che ci sono sempre le bambole gonfiabili. Alle volte incubi in cui mi mangio una Margherita e poi mi sveglio con la bava alla bocca. Pero' questo non e' il problema principale, alla fine e' solo cibo, e il vino e' permesso

2) I cibi senza glutine si possono trovare nell'apposito settore del supermercato oppure nel mio frigo, a casa mia. E basta. Nei ristoranti, nei bar, a casa di gente, mangiare e' un perenne problema. Basta UNA BRICIOLA di pane per stare male. Il glutine e' in moltissime cose che non dovrebbero contenerlo, come per esempio condimenti per insalate, salsa di soya, gelati, e un celiaco non puo' mangiare NIENTE senza leggere gli ingredienti con la stessa attenzione con cui ho riletto la mia tesi di dottorato. Tutto questo condito da gente che ti considera una hipster impazzita, che ti consiglia di provare "solo un pezzettino di torta che male non puo' farti" o che semplicemente ti etichetta come perenne rompipalle. 

Per cui, essere celiaci non e' solo non mangiare la pizza buona e sostituirla con una che sa di suola da scarpa.
E' tornare a casa stanca la sera e no, non poter ordinare del cibo take away
E' uscire dall'ufficio ed essere invitata dai colleghi a cena e dire no, perche' il ristorante dove vanno non ha opzioni gluten free
E' andare ad una conferenza e mangiare il proprio cibo da una tristissima schiscetta mentre tutti si ingozzano ad un buffet buonissimo gratis sbriciolando pane su ogni portata.
E' stare una settimana a Yellowstone e mangiare solo pomodori, carote e mele (GIURO, la prossima persona che mi parla della dieta detox-solo-frutta-e-verdura gli sputo).

Va da se che girare e vedere posti nuovi non e' facile. Specie se sei in Germania e non parli la lingua e la parola "Celiaco" per quanto ti sforzi manco riesci a pronunciarla.
Ma nonostante cio' io non mi perdo d'animo e ogni week end visito delle citta' che non conosco nella bellissima regione della Renania- Westfalia.'

'

Alle volte mi va bene e trovo posti per celiaci MERAVIGLIOSI, come mi e' successo a Dusseldorf.

Alle volte pero' penso che la mia vita faccia un po' schifo. Come quando, a Colonia, sono andata in un posto che Google mi dava come "gluten free", e c'erano pure tanti commenti di gente che ne lodava le torte per celiaci. Sono arrivata dopo aver fatto a piedi i 509 scalini per salire sul Duomo, e aver saltato il pranzo. Avrei mangiato QUALSIASI cosa. C'erano in effetti delle torte da bava alla bocca. Ma ho notato che avevano UN SOLO coltello per tagliarle, e il coltello era tutto pieno di briciole. Ho chiesto e mi hanno detto che le cuociono assieme alle torte con il glutine.

Ora, se UNA MICROPARTICELLA di farina mi fa star male, va da se che non posso mangiare torte con sopra briciole di glutine. Va anche da se che devono essere fatte in un forno che non sia pieno di farina. Quindi, se le torte senza glutine non sono per celiaci, per chi le fate? Per i cretini ciccioni che vogliono comunque ingozzarsi di burro e strutto ma si sentono piu' snelli se prendono la versione gluten-free di una cheesecake?

(Momento discovery channel del post: tu, donna ossessionata dalla dieta, tu, uomo fissato con il fisico: NO, eliminare il glutine NON FA BENE, anzi, i cibi gluten free oltre che cattivi sono piu' grassi e malsani. Se non sei celiaco, non mangiarli, non importa che dicono le Kardashian)

Alle volte pero' il mio problema non e' solo il fatto che i posti per celiaci in realta' non lo sono e io devo stare a bere caffe' guardando gente che si ingozza di torte buonissime, ma e' anche che in Germania i posti seguono orari un po' particolari.

Ora, a me piace il fatto che la domenica i negozi siano tutti chiusi. E' una piccola resistenza contro il capitalismo. Alla fine la spesa la posso pure fare il sabato (dice colei che si e' mangiata la verdura scondita perche' non aveva piu' olio l'ultima domenica). Pero', com'e' possibile che a Dortmund ci sia UN locale gluten free e che sia chiuso sia di Sabato che di Domenica? Ma lo sapete che se fate i ristoratori, mi spiace dirvelo, ma lavorare un pochino il week end vi tocca? 

E soprattutto, se i locali chiudono di domenica, i Tedeschi che fanno nei loro week end? Stanno a casa a mangiarsi i crauti? Probabilmente si, perche' domenica scorsa ero a Krefeld, e nel mangiare il mio panino senza glutine su una panchina del centro deserto, ho pensato che raramente avevo vissuto momenti piu' tristi.
Poi mi sono accorta che davanti a me c'era un piccione morto.

In tutto questo, ho fatto un'assicurazione sanitaria che apparentemente mi copre l'omeopatia e l'agopuntura ma non i cibi senza glutine. Ovvero, questo stato reputa piu' intelligente passarmi gratis il mettermi degli aghetti in testa o bermi dell'acqua sporca la cui efficacia non e' garantita da nessun tipo di ricerca scientifica seria e non mi aiuta a pagare i cibi senza glutine che devo mangiare per forza e che costano il doppio degli altri? Cioe', e' piu' indietro dell'Italia? 

Detto cio', vorrei comunque gioire del fatto che se non altro i supermercati sono ben forniti di cose senza glutine e ho trovato delle caramelle che posso mangiare. Che rendono la vita un po' migliore, ma voi cercate comunque di non nascere celiaci che e' meglio non esserlo. 

(Disclaimer: Non e' che io volessi fare pubblicita' ad Isabella Gluten Free a Dusseldorf, ma ehi, se siete celiaci e ci passate, e' buonissimo. Giuro che non mi pagano, eh)