Post più popolari

lunedì 23 gennaio 2017

Born in the Year 2000

Attenzione: post dal forte contenuto di critica sociale

Da quando ho iniziato ad avvicinarmi ai trent'anni, la mia bacheca Facebook si e' riempita di coetanei che si sentivano ormai con un piede nella tomba e, per controbilanciare, si lanciavano in una nostalgia spietata dei magici anni 90.

Ora, lungi da me il giudicare chi ha nostalgia di cosa. Magari a uno piaceva quando i compagni lo menavano, liberissimo di provare nostalgia. Pero' mi chiedo, non e' che la cosa ci sta in po' sfuggendo di mano?
Io mi sforzo di pensare ai magici anni 90, pero' piu' mi spremo il cervello, piu' arrivo alla conclusione che facessero cagare.

E per dire, loro mi piacevano

Non fraintendetemi, ho avuto un'infanzia bella e serena e non mi e' mancato nulla. Pero', se potessi scegliere, avrei preferito nascere nel 2000. (Avrei anche preferito nascere uomo bianco eterosessuale, ma su questo ci faro' un altro post).

Quando dico questa cosa, di solito la gente reagisce con orrore: ma no, i ragazzini di oggi, rimbambiti dai tablet, le ragazzine con i tacchi che si comportano da adulti, e poi sono viziati...noi si che abbiamo avuto un'infanzia bella e genuina negli anni 90.

No.
Ho passato i miei anni migliori guardando MEDIASET, nel pieno Berlusconismo. Dai nove ai VENTICINQUE anni non ho conosciuto altro che l'era di Berlusconi.
Avete presente? Tette e sederi inframezzati da talk show di pessima qualita', con i programmi della RAI che peggioravano di giorno in giorno. Voglio dire, avevamo Cristina d'Avena che faceva le FETTINE PANATE, e credo che mai civilta' tocco' punto piu' basso.

Guardare per credere


Certo, ho avuto la gioia di guardarmi Sailor Moon e i cartoni giapponese che, come ci ricorda ZeroCalcare, sono ormai un punto di riferimento sociale per la mia generazione.
Ma il guardare questi cartoni era accompagnato dalla tremenda ansia di perdermi una puntata: voi vi ricordate la sensazione di ansia, tristezza e smarrimento quando il giorno dell'ultima puntata della serie di Sailor Moon avevate il dentista? La ricordo ancora come una delle cose piu' brutte della mia infanzia.
Cosa non avrei dato per Netflix. O anche per uno streaming illegale.

A me piaceva Sailor Mars

E passiamo ai giocattoli. Oltre al fatto che moriremo tutti di cancro grazie al Crystal Ball, possiamo parlare della frustrazione di perdere tutti i pezzi di Hotel (o di avere il cane che ti mastica i cartoncini) e non poter mai piu' montare il President?
Poi, quando ero piccola le bambine dovevano fare i giochi da bambine e i maschi quelli da maschi. Con il risultato che invece dei bellissimi Lego Technic ci dovevamo sorbire Baby Mia che mi ha causato incubi sulla maternita' che si sono protratti finche' non ho visto la campagna della Lorenzin (e tutto e' andato peggio). Barbie esisteva solo nella sua versione "Bionda," "Biondissima," e "Club del Golf, Alabama 1953." Le principesse erano delle svenevoli la cui intelligenza era appena superiore a quella dei ratti che si tenevano nel letto. Gira la moda era un gioco senza nessunissimo scopo se non contribuire al trionfo del patriarcato. 
Le bambine oggi vivranno pure nel mondo di Trump, ma almeno cresceranno con un film Ghostbusters tutto al femminile. A me nessuno ha mai detto che avrei potuto catturare dei fantasmi tutta da sola, l'ho dovuto scoprire io sulla mia pelle. 

L'hanno ritirato dal commercio, vero?


E vogliamo parlare del computer? Io ho passato l'infanzia a giocare a Pac Man su floppy disk. Ci sono stati dei momenti nella mia vita in cui SOLITARIO sul computer sembrava eccitante. Se mai avro' dei figli, giuro che la prima cosa che gli mettero' nella culla sara' un tablet. Un po' perche' i bambini davanti agli IPad stanno ZITTI (presente com'erano i viaggi Ryanair prima che pure i genitori lowcost si potessero permettere il tablet?), e un po' perche' avrei dato qualsiasi cosa per averlo io. E invece no, mi toccava giocare con il Mio Caro Diario e poi andare a correre sana all'aria aperta, che voleva dire respirarsi i gas di scarico delle auto che schivavo per giocare a palla con gli altri bambini che mi chiamavano cicciona. 
Oppure mi toccava ascoltare le cassette con il WALKMAN, e gia' solo a scriverlo ricordo la sofferenza di stare davanti ad MTV tutto il santo giorno a fare i compiti ed aspettare QUEL VIDEO che volevo vedere (e che immancabilmente sarebbe stato trasmesso nei cinque minuti in cui stavo in bagno). Viva YouTube.


Ammetto di essermelo pure riscaricato sull'iphone, in quegli attacchi di nostalgia da Eskimo di Guccini

Sempre parlando di computer, sento a volte la gente parlare con nostalgia di quando ci parlavamo di persona invece di stare dietro uno schermo. Ah si? Voi parlavate? Beati voi, perche' io no. Io passavo gli intervalli con le mie due amiche a tentare di spiare il tipo che mi piaceva. Prima dei cellulari ero obbligata a SCRIVERE MESSAGGINI SULLA CARTA. Oppure a fare la cosa che ancora oggi ricordo come la piu' umiliante in vita (e badate bene, una volta in una cena di lavoro sono uscita dal bagno con il vestito nelle mutande): passare ore a ripetere la frase finche' non fosse perfetta, poi chiamare a casa di un tipo e, colta dall'ansia, boffonchiare alla madre "SNGIUPYPOSSSOPRLA...." prima di attaccare in preda al panico.
 Con il Nokia 3310 le cose sono migliorate ma solo leggermente: ricordo comunque l'ansia di fare uno squillo e aspettare lunghi pomeriggi lo squillo di risposta, e sussultare per poi scoprire che era il messaggio di "addebito lire duemila" della Omnitel. (OMNITEL, non Vodafone). Che grandiosa adolescenza avrei ora, a poter passare il tempo a postare selfie su instagram e mandarli per snapchat, e non ad aspettare un mese per sviluppare i rullini e scoprire che in TUTTE le foto sembravo appena uscita da una pista di coca. 

E' vero, era indistruttibile. Pero' se mi perdevo, mi serviva di sapere un indirizzo o un numero di telefono, poteva solo servire a darmelo in faccia

E veniamo infine al tema abbigliamento. Oggi e' vero, ci sono i risvoltini e quei capelli tagliati un po' alla moda vichingo, non metto in dubbio che siano tempi duri. Ma vi ricordate che noi fino ai quattordici anni ci mettevamo le tute? Che giravamo con i PANTALONI CON LA STAFFA? Che avevamo i capelli vaporosi con quei cavolo di colpi di sole a contrasto? Che ci mettevamo le zeppe come le Spice Girls, ed esattamente come le Spice Girls giravamo con i nostri rotolini di ciccia della pancia al vento e una colite non-stop? Del periodo salvo solo le cose della Onyx perche', nonostante fossero palesemente disegnate da me, erano di ottima fattura: ho ancora una felpa (nera, senza bamboline) che continuo a mettere. E si che mia mamma quelle quarantacinquemila lire diceva che erano troppe.

E non ho menzionato la permanente

Qual e' la morale di tutto questo? Che abbiamo nostalgia degli anni 90 perche' era tanto tempo fa, e la memoria ci fa sembrare tutto piu' bello perche' ci dimentichiamo del dolore. Come farebbero altrimenti le donne a partorire piu' di un figlio? Gli anni 90 erano tempi bui, in cui ci mancava quel caldo conforto della tecnologia e avevamo solo le Spice Girls a ricordarci che ce la potevamo fare. Per cui si, come dice NonPuo'EssereVero alla fine noi siamo uguali alle quindicenni di oggi, solo piu' sfigato. In fondo, pero', pure loro devono ancora sorbirsi Gabry Ponte.

Ascoltate qui se non mi credete. La citazione degli Eiffel 65 mi ha fatto passare ogni residuo di nostalgia per sempre. 



4 commenti:

  1. Io non ricordo di aver giocato solo con le bambole, anzi. Sono cresciuta con i miei due vicini di casa, un maschio e una femmina (eravamo coetanei) e i giochi erano "misti", anche se per lo più stavamo in giardino a giocare, altro che bambole.

    A parte questo, grazie per la citazione :) Ogni giorno continuo ad osservare le quindicenni (che poi magari qualcuna ne ha 14 e qualcun'altra 16, chi lo sa) e le trovo sempre più somiglianti a noi!

    RispondiElimina
  2. Sono d'accordo: ci sembrano "meglio" solo perché lontani. Musica, vestiti, capigliature, trucco, che magari in città potevi passare inosservata ma in provincia con le zeppe grigie e azzurre, i pantaloni viola di pelle e il giubbotto di pelo (tutto nel tentativo di emulare le Spice Girls) ti assicuro che tanto inosservata non passavi!
    Solo in una cosa mi sembrano migliori i nostri anni '90 dell'adolescenza: l'assenza di condivisione della noia. Potevi sempre inventarti di aver fatto qualcosa di stupendo, di essere andata chissà dove, tanto nessuno poteva controllare.
    Ora no.
    Un abbraccio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo verissimo! Ricordo di racconti epici il lunedi' mattina e invece il week end si era passato a guardare MTV...

      Elimina