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mercoledì 31 maggio 2017

Un post disgustoso - la coppetta

Trigger warning: questo post suggerisce immagini disgustose, quindi vi prego di non leggerlo se state mangiando, se siete deboli di stomaco, o se siete emofobi.
Se siete uomini invece vi invito a continuare, specie se ancora non avete capito come fanno le donne a fare il bagno in piscina con il ciclo. 

Questo post e' la storia della mia coppetta mestruale. Che se non sapete cos'e' e' una coppetta di plastica che inserisci quando hai il ciclo e poi si lava. Ci sono vari tipi, come la Mooncup, la Diva Cup, la Lunette, e per maggiori info guardate pure qui. Ho esitato un po' a pubblicare questo post (nasce in origine come mail alle mie amiche che si sono definite orripilate ma divertire), ma poi ho deciso che il mondo DEVE SAPERE. Perche' quando si cercano in Internet informazioni sulla coppetta sembrano tutte le sorelle atletiche di quella che faceva la ruota con l'assorbente, ma invece la realta' delle cose e' ben diversa. E su tutto il grande Internet ho trovato UNA SOLA testimonianza veritiera.


Immagini prese da Buzzfeed


La storia e’ questa: Giupy legge tutte queste cose cosi' positive su Internet, della serie “Mi ha cambiato la vita! Grazie coppetta! Sei la mia migliore amica per sempre”. Visto che Giupy e’ facilissimamente influenzabile, decide di comprarla.

Ora, visto che TUTTE le recensioni che ho trovato di tutte le coppette sono buone (tranne quelle cinesi fatte con l’amianto) ho deciso di prendere la Meluna, perche’ 1) costa poco 2) e’ crucca e quindi non devo ordinarla ma si trova al DM 3) e’ viola con sacchettino viola carinissimo.

E gia' qui iniziano i problemi: la Meluna ha un sacco di taglie. E, mentre tutte le altre variano di grandeza a seconda dell'eta' e se si hanno avuto o meno figli, questa dipende dall'altezza e dalla corporatura. Visto che siamo in Germania, la taglia S e' per chi e' "piccola", cioe' meno di 1 metro e 70. Calcolando che va fino alla XL, capiamo che c'e' pure la taglia Valchiria e quella Gigantessa. 

Nonostante cio', disinfetto tutta contenta la coppetta e la provo. Entra perfettamente. Esce perfettamente. Non si sente, e' comodissima.  Sono cosi' felice che mi sto per trsformare in una di quelle persone che dopo due minuti che ti conoscono ti raccontano di quello che hanno nella vagina.

Solo che, dopo due ore, mi accorgo con orrore che PERDE. A quel punto guardo la confezione che ti dice solo “piegala, inseriscila, toglila”, niente di piu’. Mi rivolgo al fido Internet, e dopo quelle cento review positive del “e’ facilissimo metterla” (e gia’ qui io mi figuro di avere un apparato riproduttivo anomalo e quindi vado in paranoia) arrivo ad un forum verita’, dove scopro che probabilmente non si e’ aperta bene.

Al che dei post pieni di “e’ facilissimo! E’ bellissimo! Ci vuole solo pratica!” mi fanno scoprire l’orrida verita’: non basta inserirla e ciao. Devi essere in grado di metterla nella posizione perfetta in modo che sia ben aperta ed aderente e crei una sorta di sottovuoto.


Il primo step e' rilassare i muscoli.
Quindi bisogna sdraiarsi nella vasca o sul letto (e in questo caso hai anche il doppio vantaggio che il tuo letto diventa il set per girare la scena della testa di cavallo del Padrino), oppure sul water o sul bidet (e qui un minuto di silenzio e tristezza per noi povere expat senza bidet)
Ti devi rilassare, fare esercizi di respirazione e far si che I muscoli non si contraggono. Credetemi, facilissimo rilassarsi quando vedi che la tua vasca da bagno sembra sempre di piu’ quella di Psycho.

Dopo aver rilassato I muscoli, devi esplorare manualmente il tuo apparato riproduttivo per collocarla bene. Questo processo in molti siti era descritto come “empowering” perche’ ti permette di capire meglio il tuo corpo. Io su questo ho qualcosina da ridire. 
Una volta ho conosciuto una celiaca che alla gastroscopia era tutta felice di vedere il filmatino del suo stomaco, ma quando l'ho fatta io mi sono BEN GUARDATA dallo scoprire come sono fatta dentro.  Quello che io sono dentro voglio tenerlo DENTRO e mi va benissimo non conoscerlo. 

Finite questa fase devi inserire la coppetta e di fatto aprirla manualmente facendola ben aderire alle pareti, e compiendo delle azioni che nei siti sono descritte come “girarla tipo una lampadina”.  A quel punto fa un rumore come di risucchio. Per controllare che sia ben inserita devi (TESTUALE, l’ho trovato su un sito) “tirare leggermente il gambino e avere la sensazione di tirare i tuoi intestini”. E qui ho avuto un’esperienza in prima persona dell’Inquisizione Spagnola.
Un quarto d’ora e un sacco di smadonnamenti dopo avevo le mani come se avessi appena scuoiato un cavallo ed ero pronta a farmi tre doccie disinfettanti e a pulire tutto il bagno con la candeggina per un’altra ora.

Questo processo ha fatto si che perdesse meno, ma sempre un pochino. Uno studio accurato del mondo di Internet mi ha fatto capire che:

-       Nonostante I muscoli rilassati e la vasca da bagno trasformata in macello pubblico  ci vogliono 2 o 3 cicli per prendere la mano. Praticamente nel tempo che passo con le dita nelle mie parti intime per imparare a mettere la coppetta posso fare un dottorato in anatomia applicata.

-       Scopro che la mia cazzo di MELUNA nonostante sia viola e fashion in realta’ e’ molto piu’ morbida delle altre marche e quindi puo’ causare problemi ad aderire bene e creare il sottovuoto. E oltretutto magari ho sbagliato la taglia perche' ci voleva la Valchiria. Quindi tutto il suo vantaggio economico, che sicuramente vedremo negli anni a venire, ora sara’ un po’ inficiato dal fatto che me ne devo comprare altre 12 di prova finche’ non trovo quella giusta.


Detto cio’, un ulteriore problema nasce quando me la cambio. Molti dei siti delle pro-coppetta scrivono “Molte donne quando la usano si accorgono di perdere molto meno sangue di quello che in realta’ pensano!”. Ecco, sara’ che io sono fobica, ma a me e’ successo l’esatto contrario. Non avevo idea di perdere cosi’ tanto sangue perche’ io di solito mi cambio gli assorbenti e non guardo. Oltretutto a svuotare ti rendi conto che e’ TANTO piu’ disgustoso di quanto ti aspetti. Questa sempre e’ la mia opinione personale, perche’ anche sta cosa in molti siti e’ descritta come “empowering” (e pure li, io non giudico la gente, per carita', c'e' pure chi si fa pisciare addosso, ma siamo sicuri che sia una cosa bella avere a che fare con tutto questo sangue?)

Quindi la svuoto, ne rovescio meta’, sporco lavandino e gabinetto, devo rifarmi una doccia, smadonnare perche' non ho il bidet, e ri-disinfettare tutto il bagno. E qui mi viene un dubbio: com’e’ che dopo quattro ore e’ cosi’ piena? Cosi’ scopro che il 8-12 ore sulla confezione e’  il massimo da tenere dentro, ma potresti doverla cambiare piu' spesso. 

Si pone quindi la questione: e io se non sono a casa che faccio? Ammettiamo che tra 2-3 cicli io diventi in grado di metterla perfettamente stando in piedi nel minuscolo cubicolo del bagno senza lerciare tutto in giro e senza dover rilassare I miei muscoli per 27 ore. Ma poi, dove la lavo?

Internet mi da tre possibili soluzioni:

-       La lavi nel lavandino. Il che nel mio ufficio non e' possibile,  visto che il lavandino e' condiviso, e io sono molto in confidenza con i miei colleghi ma forse non ho voglia che mi vedano con le mani insanguinate a lavare un pezzo dei miei organi interni nel lavandino. Idem se sono, che so, in Autogrill. Farei qui notare che alcuni siti mettono come vantaggio della coppetta che “cosi’ nessuno ti vede andare in bagno a cambiarti l’assorbente”. A parte che io l’ssorbente me lo metto in tasca e non lo vede nessuno, ma francamente preferisco mille volte che mi vedano con un tampax CHIUSO nel suo pacchettino piuttosto che con la coppetta che sembra che io abbia appena ucciso un gattino cucciolo.

-       La lavi in bagno con una bottiglietta d’acqua . Questa soluzione purtroppo va bene solo per gli amanti dello sporco e delle infezioni intime, perche' chiaramente ci vuole un bel po' di acqua per lavarla bene

-       Te la cambi solo a casa. Questo e’ in teoria possibile se tu lavori 8 ore al giorno secche e poi ciao ti teletrasporti via. Pero’ io non ho orari fissi e mi piace essere spontanea. Quindi immaginiamo che la mia collega mi dice "ehi, ti va ora di andare a prendeci un gelato dopo lavoro?" "Si! Cioe' no,  devo tornarmene a casa per cambiare stacazzo di coppetta."

In conclusione, so che la coppetta e' tanto piu' sana ed ecologica, ma certe volte inquinare l'ambiente e' molto piu' rilassante. Io odio fallire quindi continuero' ad usarla (a casa e nel week end, ovviamente) finche' non avro' perfettamente masterizzato la tecnica.
Spero che questo post non vi abbia disgustato come ha disgustato me provare tutto cio', ma sento comunque di aver diffuso una perla di verita' nel web che magari e' utile a qualcuno.


E condividetemi le vostre esperienze, che ora voglio capire se tutte queste che mettono la coppetta e si lanciano con il paracadute esistono davvero la' fuori.


venerdì 19 maggio 2017

Keine Halte - Altra Storia di Paura di Trenicrucchen

Come gia’ ho accennato, io prendo spesso i treni. Viaggiare in Germania e’ il miglior antidoto contro gli stereotipi. Se la Germania non e’ efficiente, allora forse neanche noi siamo tutti mafiosi, e via di seguito.

La scorsa settimana sono arrivata a Colonia e sul binario c’era scritto “Keine Halte Bochum”. Ora, il mio Tedesco e’ tremendo e quando parlo di solito tiro mentalmente una monetina per scoprire in che ordine casuale mettere i verbi, ma sono comunque riuscita a capire che il mio treno non si sarebbe fermato a Bochum.

Come si evince dalla sua espressione


Vado allora nel baracchino delle informazioni sul binario dove, con la difficolta’ che si ha nell’usare una lingua che annovera tra le sue parole religionwissenschaftlichestudien, ho spiegato la situazione alla signora delle Deutsch Bahn.

“Non e’ vero” ha detto lei, guardado su Internet “Questo treno ferma a Bochum”
“Gentile signora” ho risposto io “certo, il treno dovrebbe in teoria fermare a Bochum, ma sfortunatamente si evince dal tabellone sopra il binario che oggi, per qualche ragione particolare, non fermera’ a Bochum”.
Che pero’ e’ uscito piu’ o meno come “No treno no Bochum oggi ciao”.
Cosi’ l’ho portata sul binario e ho mostrato il tabellone con il mio ditino.
“Aaaaah” dice lei “Vero, c’hai ragione. Prendi quest’altro treno all’altro binario”
“Ma ferma a Bochum?”
“Ceeeeeerto”

Immagine di io che tento di parlare tedesco


Corro come un roditore impazzito all’altro binario per scoprire che anche questo treno riporta la scritta “Keine Halte in Bochum”.
Mi rendo conto che la gentile signora mi ha trollata.
Mi dirigo allora amareggiata verso lo sgabbiozzo informazioni di quest’altro binario. L’uomo Deutsch Bahn e’ alto, grosso, e rubizzo, come ci aspettiamo tutti i Tedeschi.
Gli spiego con difficolta’ la mia situazione, mimando io che devo andare a Bochum nella peggio performance di Pictionary di sempre.
Lui mi ascolta con attenzione, scuote leggermente la grande testa, e dice solenne: “Ah ma per questa cosa devi andare alle informazioni”.
Guardo lui. Guardo la scritta “Informationen” sulla sua testa. E capisco che il modo in cui mi aveva trollato la tizia prima era nulla, questo e’ un pro.

Arranco cosi’ fino alle informazioni generali della stazione, all’entrata, fuori l’ombra minacciosa della Cattedrale.
“Salve buongiorno io ho un sogno, questo sogno e’ quello di arrivare a Bochum prima o poi nella mia vita”.
“Ah ma no, c’e’ stato un incidente a Bochum”
Al che non ho indagato che cosa sia successo. Un tempo lo facevo, ma poi ho scoperto che sono sempre ste cazzo di bombe della Seconda Guerra Mondiale che non sono esplose, mannaggia a loro. E mannaggia a sti maledetti Nazisti che si facevano bombardare e mi ritardano i treni. Almeno con Lui I treni erano puntuali.


Boooooomba!


Chiedo allora al tizio delle informazioni come arrivare a Bochum.
Lui, che parlava Inglese, mi ha risposto gentilmente qualcosa come “You hang yourself to the dick”


E niente, come rivincita, sono riuscita a convincere una controllora a non farmi la multa nonostante il mio cellulare che conteneva il codice a barre del biglietto si fosse scaricato. Come prova della fatto che avessi un biglietto avevo fatto una foto al cellulare morente con il computer, ed ero e nella foto c'ero pure io con una faccia cosi' patetica che la controllora per poco non mi dava due euro per comprarmi del crack.

Quanto e' bello viaggiare in treno. 

martedì 16 maggio 2017

Il Festival della Salsiccia

Spesso la gente mi chiede come si mangia in Germania. E non e’ quasi mai una genuine curiosita’ (“Oh, vorrei proprio sapere che si mangia in Germania!”) quandto spesso una sorta di velata critica mischiata a compatimento (“Oh, chissa’ che merd schifo magni in Germania”).

La verita’, e’ che non so come si mangi in Germania. Dalla mia osservazione sociologica, cio’ che e’ rilevante nella dieta crucca sono il pane (che, secondo una lettura del mio libro di Tedesco, conta piu’ di 2000 varianti) e la birra (quella locale e’ la Fiege). Purtroppo, pero’, io non posso mangiare nessuno dei due. Nonostante il freezer del mio ufficio sia letteralmente STRABORDANTE di brezel surgelati, in quello che credo sia un tentativo di portare gli stereotipi tedeschi all’esasperazione.

Che non darei per azzannarlo



Pero’ mi faccio tantissime patate e ho iniziato pure a dire che quelle che vendono in Germania sono buonissime. Tra poco mi mettero’ i sandali con le calze e diventero’ rosso gambero ogni volta che vado al sole e la mia integrazione sara’ completa.

Ci sono pero’ dei cibi che ho potuto assaggiare. Per esempio, i sottaceti, che occupano consistente spazio nei supermercati. Sara’ che le verdure tipiche della Germania (I cavoli e I cavoli di altre forme) non sono saporitissimi. O meglio, sanno piu’ o meno come tutte le altre verdure, carote, zucchine, insalata, che hanno forma, colore e consistenza diversi ma sempre di acqua sanno. Che poi fa bene l’acqua, idrata. Molte verdure, quindi, stanno sottaceto. E non giusto le cipolline come troviamo pure noi all’Esselunga, ma tutti i tipi di verdure ed oltre – tipo le UOVA. Nuove frontiere del fatto che tutto puo’ essere messo sottaceto.

Portlandia


Un’altra cosa di cui i Tedeschi fanno massiccio uso e’ il Quark. Questo formaggio morbido che sembra un po’ il fratellino buono del Philadelphia io l’ho sempre associato ai Ragazzi dello Zoo di Berlino che si drogavano e lo mangiavano. In realta’, il formaggio e’ una droga in se’ e io passo la mia vita a mischiarlo con la Nutella per uno snack semplice e leggero che si e' sempre felici di tenere sui fianchi. In generale, si puo’ mettere sul pane, o nelle cheesecakes, o anche usarlo tipo yogurt con il musli. Ci sono varianti a tutti I gusti (pomodoro, spezie, amianto e cosi’ via) e, ovviamente, ho pure visto gente metterlo sulle patate. In generale, da un’osservazione accurata sui miei colleghi mi sembra che quando non sappiano cosa mangiare si aprano un Quark.

Ci sono poi ovviamente I kebab, che sono fatti da Turchi ma sono nati in Germania. Sono praticamente le Fettuccine Alfredo della Turchia.

Cio’ che pero’ mi sembra sia il pezzo forte della regione sono i wurstel. Apparentemente, c’e’ un’ampia faida tra Bochum e Berlino su chi abbia inventato per primo il currywurst. Che sinceramente, a mio modesto parere, e’ un po’ come litigare sul chi ha avuto per primo le emorroidi. E lo so che la’ fuori sara’ pieno di gente che mi dira’ “Nooooooo come osi I wurster sono buonissimi”, ma a me proprio schifo fanno. Specie con quella salsina al curry che sa di marcio. E con quella consistenza gommosa. E potrei continuare, eh.

Chiaramente io sono di parte perche’ a me la carne non piace. Se non fossi obbligata a mangiarla non la mangerei mai e vegetariani la’ fuori, io vi capisco, ero una di voi. Perche’ uccidere dei maiali che sono piu’ intelligenti di molti di voi e mangiare la loro carne grassa e stopposa quando esistono ottimi integratori di ferro? Quando il tofu non ha quella orrida puzza e quel grasso che cola? Ad ogni modo, in alcuni momenti ho assaggiato delle salsicce come parte del mio processo di integrazione culturale (che, senza birra e pane, e’ gia’ fondamentalmente menomato).


Snack al volo in stazione con il Currywurst

Un’amica molto gentile ci ha invitato ad un barbecue. Il barbecue, come sempre succede, ha risvegliato il testosterone dei maschi presenti che hanno sentito il bisogno di provare ad accendere la brace. Senza farcela. Poi quando finalmente il fuoco si e’ fatto e molti animi virili si sono distrutti dalla vergogna abbiamo cotto i wurstel, che sono bruciati quasi subito. Essi erano di vari tipi, e c’era anche la varieta’ lussemburghese, che e’ fatta con bacon, formaggio, carne di toporagno, plutonio, e persone tritate, credo. Il mio moroso ha volute assaggiarlo con gioia. Io mi sono subito ricordata di quando una volta negli Stati Uniti ha preso un panino con il bacon e il formaggio blu (che poi, che cos’e’ il formaggio blu? Da quando in qua il formaggio deve essere blu??) e ho cercato di dissuaderlo con uno sguardo, ma credo che la nostra coppia ancora non goda di poteri telepatici. Cosi’ ne ho mangiato un po’ anche io per solidarieta’(e poi ho azzannato i funghi ripieni che erano buonissimi e senza salsine radioattive)

Il barbecue e’ continuato su un’amabile veranda fino a sera, quando il clima e’ sceso a meno dodici ma i prodi teutonici sono rimasti stoici a godersi la brezza. Io, che pure d’estate dormo con il piumone perche’ non ho circolazione periferica, ho sentito il mio stomaco sussurrare “sciopero!” e alzarmi il dito medio.
E quindi nulla, siamo stati entrambi male. Mi sa che siamo troppo debolini per la Germania. 
Pero’ e’ stato molto bello provare un po’ di cucina tedesca.


In conclusione, penso quindi che la cucina tedesca possa essere molto interessante. Anche se i miei colleghia pranzo si fanno sempre e solo la pasta Barilla con il sugo Barilla. Giusto per dire eh. 

In compenso, ho visto in un bar questi dolcetti che si chiamano Scarrafoni di Maggio (Maikafer), e se qualcuno sa cosa siano me lo dica pure...


Sono proprio a forma di scarafaggio

E per lasciarvi di buonumore, questa cosa che qui vedo spesso e che mi piace tantissimo, il prosecco con le fragole 







venerdì 5 maggio 2017

Nevertheless, she persisted

Nel mio gruppo di ricerca siamo una ventina, la maggior parte sopra i quaranta, la maggior parte uomini tedeschi. E poi ci sono io, che sono l'unica donna al mondo con piu' di ventun anni a googlare "trucchi per sembrare piu' vecchia" e a sperare che il sole mi causi rughe perche' ho il perenne senso di inferiorita' di lavorare con persone che mi trattano come l'amica scema della figlia.

Tempo fa si dovevano approvare dei fondi per organizzare dei workshop. Questi workshop funzionano che un membro del gruppo decide un tema che gli interessa e invita una serie di esperti nell'ambito da diverse parti del mondo. Uno dei professori tedeschi di una certa eta' (che chiamiamo con affetto Hobbit) propone un workshop in cui ha invitato SOLO UOMINI. Certo, alcuni di questi non erano bianchi e altri non erano eterosessuali. Ma erano SOLO UOMINI.


E si, ci sono molti ambiti dove ad essere invitati sono SOLO UOMINI

In Germania per fortuna pero' tutti crediamo nella gender equality, si sta sempre attenti a scrivere negli annunci che incoraggiano le donne a partecipare e a non discriminare chi va in maternita' e cose cosi'. Una professoressa molto brava che fa parte del mio gruppo ha fatto notare con molta gentilezza la cosa all'Hobbit.

Questo ha risposto secco (o forse solo in Tedesco, che non e' la lingua piu' amichevole al mondo) "eh, ma nel settore ci sono solo uomini".

Ora, noi siamo un gruppo interdisciplinare in cui tutti vengono da discipline umanistiche o al massimo scienze sociali. Se vi siete mai fatti un giro in questo tipo di facolta' universitarie, saprete che sono frequentate in maggioranza da donne, quindi l'Hobbit ha detto una cazzata. 
Ma facciamo un passo indietro e chiediamoci perche' in certi settori ci siano tante donne. 

Secondo un mio collega femminista, e' perche' le donne sono spinte a fare professioni piu' "femminili" (per esempio, fanno lettere per fare le insegnanti), ma anche perche' hanno meno autostima e tendono a fare facolta' in cui lo studio prevale sull'intelligenza (le facolta' di lingue, per esempio, hanno piu' donne perche' richiedono soprattutto uno studio rigoroso di termini e regole, mentre filosofia, in cui tutti sono convinti che serva essere geniali, sono in maggioranza uomini).

Questa teoria non mi convince del tutto perche' e' un po' semplicistica, pero' la trovo interessante.
Sempre lo stesso collega mi ha fatto notare come i campi di studio e le professioni tendano ad essere percepiti come piu' prestigiosi quando c'e' una prevalenza di uomini.
Per esempio, la professione di infermiere era considerata molto piu' illustre quando la facevano gli uomini.
Al contrario le prime programmatrici erano donne (perche' i computer erano usati dalle segretarie) ma ora questa cosa non ce la ricordiamo perche' vogliamo convincerci che l'informatica l'abbiano inventata gli uomini (e pure perche' le donne nerd non piacciono a nessuno, no?)

A meno che non sia Barbie

Le facolta' umanistiche sono quindi prevalentemente femminili e, come causa e conseguenza, tendono ad essere considerate meno prestigiose, creare lavori pagati meno, ed essere chiamate "scienze delle merendine".


Quando pero' si arriva a livelli di istruzione superiori, come dottorati o postdoc, il numero delle donne diminuisce drasticamente e gli uomini emergono assumendo cariche importanti. 
E qui torniamo all'Hobbit: nonostante ad ogni conferenza a cui io sia andata nella mia breve carriera ci sia stato almeno un panel sulla gender equality, le universita' sono tra i luoghi in cui le donne fanno piu' fatica a fare carriera. 
Questo perche' la carriera accademica si basa soprattutto su pubblicazioni e conferenze, e una maternita' crea un imbarazzante buco sul curriculum. Inoltre, per quanto ci siano orari flessibili, la mancanza di contratti stabili e la necessita' di spostarsi spesso rende molto difficile farsi una famiglia quando si e' in eta' fertile (a meno che tu non rimanga fertile fino ai 57 anni). 

E, in ultimo, le professoresse tendono ad essere percepite in maniera piu' negativa rispetto alla controparte maschile: spesso vengono valutate con punteggi piu' bassi dagli studenti e vengono percepite come poco carismatiche dai colleghi che le escludono da conferenze e workshop. Tipo l'Hobbit che, in una disciplina in cui piu' o meno la meta' delle ricercatrici sono donne, reputa opportuno invitare SOLO UOMINI al suo workshop. 

Il mio gruppo di ricerca, incluso l'Hobbit e i suoi compari dai piedi pelosi, si riunisce ogni lunedi' per parlare di cose noiosissime e irrilevanti per scambiarci opinioni intellettuali su svariate tematiche. Dal momento che io sono la piu' giovane appena dottorata e non valgo una cippa sono una giovane volenterosa, spesso prendo appunti sulle discussioni. 

Mi sono accorta con un brivido che lo scorso lunedi', su DUE ORE di meeting, NESSUNA donna aveva detto nulla. Hobbit di varie forme ma tutti uomini avevano monopolizzato il discorso per due ore senza interruzioni, e le donne, che sono poco meno della meta' dei partecipanti, erano state zitte.

Alle due ore di meeting e' seguita una presentazione di altre due ore sull'architettura delle chiese armene nel secolo quinto, e giuro che sono davvero dispiaciuta di essermi persa questo affascinante argomento, ma ho smesso presto di seguirla. Perche' lo so che e' interessante scoprire le similitudini tra le porte armene e quelli islamiche, pero' qualcuno dovra' pure distruggere il patriarcato. Ho cosi' occupato le due ore con un problema piu' pressante: fare un'analisi testuale degli appunti di tutti i meeting precedenti per individuare dei pattern comunicativi. Ho scoperto che il mio gruppo di ricerca ha uno stile comunicativo spesso sbilanciato.

Le donne, infatti, tendono a mettersi meno in mostra degli uomini e a fare domande. Gli uomini, al contrario, dicono la loro opinione occupando piu' spazio e tempo.
Per esempio: collega fa un'interessante presentazione sulle pratiche funerarie in Cina nel duecento avanti Cristo.
Collega Donna: "Grazie mille per l'interessante presentazione. Mi interessano le statuette di bronzo di cui hai parlato: potresti dire di piu'?"
Collega Uomo (Hobbit): "Io mi occupo dei Cristiani in Svezia nel 1800 e delle pratiche di matrimonio, e ora ti raccontero' di tutta la mia ricerca in modo dettagliato per farti capire che tu sbagli" [e continua per i successivi 45 minuti]


Inoltre, gli uomini tendono a prendere la parola senza alzare la mano e ad interrompere le donne che, al contrario, sono piu' timorose a dire la loro. Quando una donna presenta, gli uomini sono visibilmente meno interessati di quando presenta un uomo, a volte anche facendosi apertamente i cavoli propri (e questa cosa gia' una volta l'ho fatta notare e credo che da allora abbiano salvato il mio nome in rubrica come "Rompicoglioni Italica").
Con il risultato che alla fine dei meetings si puo' sniffare il testosterone nell'aria e gli Hobbit si lanciano delle frecciate accademiche tra loro dimentichi del fatto che esistano altre persone al loro tavolo e che no, queste altre persone non sono costituite solo da tette. 

Ho riletto degli articoli dell'Harvard Business Review sulla comunicazione di gruppo che avevo fatto con i miei studenti (volevo mettere pure le citazioni ma questo post sta gia' diventando nerd abbastanza, se volete me lo dite e ve le scrivo) e ho scoperto delle possibili spiegazioni al perche' cio' accade.

Le donne fin da piccole sono abituate ad ascoltare piu' che parlare, tant'e' vero che le bambine spesso costruiscono l'amicizia sul condividere segreti ed esperienze. Allo stesso tempo, tendono a costituire gruppi in cui non spicchi nessun leader, e imparano presto a non mettersi in mostra. I maschi, al contrario, stanno in branchi in cui alcuni emergono come leader. In questi gruppi la cosa importante e' dimostrare di essere meglio degli altri, non assicurarsi che gli altri siano ascoltati.

E tendono a partecipare meno in classe per paura di sbagliare

Come risultato, spesso anche tra gli adulti si riproducono le stesse dinamiche. Le donne tendono a dire piu' spesso "scusa", e parlare di "noi" al posto di "io" per non prendersi tutto il merito individuale. Gli uomini al contrario assumono i meriti di decisioni e successi con piu' naturalezza e cercano di spiccare in modo individuale. Alcuni studi hanno dimostrato che in ambienti lavorativi le donne avevano delle idee molto buone, ma erano percepite dai colleghi maschi come poco brillanti o poco partecipative perche' erano meno aggressive.

Poi, le donne di solito non si vedono in ruoli di leadership, perche' questi vengono ancora spesso percepiti come maschili. E' una cosa inconscia, ma succede: per esempio, il mio SO (ovvero Significant Other, ovvero moroso) in una delle classi che insegna aveva chiesto di formare due gruppi e aveva chiesto di scegliere due leader. Immediatamente, erano stati decisi come leader gli unici due maschi bianchi della classe, che era composta quasi totalmente da donne.
(E, ve lo dico, niente e' piu' sexy di un uomo che si accorge di queste cose e vuole aumentare la gender equality tra gli studenti)

Allo stesso tempo, le donne tendono a parlare molto piu' degli uomini in ambienti informali e sono piu' brave quando devono collaborare. Ho pensato a me stessa e in effetti quando stavo in Colorado, dove facevo parte di gruppi di lavoro piu' piccoli ed informali, partecipavo molto piu' che ora, dove sono uno sperduto Elfo femmina in mezzo a Hobbit e Nani di sesso maschile che fanno molto pesare le gerarchie. 

Queste riflessioni mi hanno abbastanza scossa, perche' ovvio che bisogna pensare alla gender equality in termini di sanita', stipendi, maternita' etc etc, ma come cavolo e' possibile che questo succedesse sotto i miei occhi e io manco me ne sia mai accorta? Se vogliamo cambiare le cose non bisogna mettere le quote rosa, ma bisogna cambiare questa mentalita' per cui a me non lasciano neanche lo spazio per parlare nel mio lavoro e io interiorizzo il fatto di non avere possibilita' di spiccare. Ho quindi deciso di aggiungere questa voce alla mia to do list della settimana:


Poi mi sono accorta che era un po' volgare, perche' io non ci credo che le donne che si comportano bene non facciano la storia, e l'ho cambiato:


Il mio obiettivo per questi prossimi mesi sara' quindi quello di aumentare la gender equality nel mio dipartimento. Fermo restante che tutti i professori cinquantenni ameranno che l'ultima arrivata li cazzia perche' non danno spazio alle colleghe donne, credo sia importante iniziare proprio dai piccoli gesti per migliorare la nostra societa'.

E in generale, credo dovremmo essere tutte un po' piu' consapevoli. Alzare la mano. Intervenire. Parlare. Non essere zittite. Mai.